Rag & Bone, la collezione primavera estate 2026 rivoluziona il casualwear con un tocco sartoriale. Guardando agli anni '50
Rag & Bone non ha bisogno di troppe presentazioni. Nato a New York nel 2002, dall'idea dell'inglese Marcus Wainwright e dell'americano David Neville di dare un twist sartoriale allo streetwear, è ora nelle mani dello stilista Robert Geller che punta a rendere la praticità preziosa, come fatta su misura. Per la terza stagione consecutiva presenta a Pitti Uomo il suo menswear che, per la primavera estate 2026, guarda al futuro conversando con le sottoculture anni '50.
La cena di Rag & Bone a Villa Cora, in occasione di Pitti Uomo 108 TOMMASO BIONDO
«Il modo in cui pensiamo l'abbigliamento maschile non è prettamente “da passerella”. Pitti è la pista giusta per portare la nostra visione da New York all'Europa - spiega il direttore creativo - Abbiamo chiamato la collezione uomo primavera estate 2026 Voices of Silent Generation in tributo a quella “generazione silenziosa” che ha rivoluzionato il modo di vestire anni '50, dopo la Seconda Guerra Mondiale».
Le caratteristiche, care sia ai poeti della Beat Generation americana, come Jack Kerouac, sia agli inglesi Mods e Teddy Boys ci sono tutte. Proprio a loro, che indossavano giacche in denim con magliette bianche, che sbottonavano la camicia in modo sovversivo e che portavano a loro modo la maglietta fuori dai pantaloni, è dedicata questa collezione. «Abbiamo reimmaginato lo stile mix perfetto tra classicismo britannico e workwear americano del dopoguerra, unendo l'innovazione tecnica dei materiali al nostro stile senza sforzo - prosegue Geller - Del resto, per il menswear, questo è un momento in fase di transizione. Ci stiamo sempre più allontanando dallo streetwear, pensiamo sartoriale ma senza voler rinunciare alla praticità».
Ed è qui che, tra le tecniche denim dell'Infuse (tessuto dalla trama dal colore saturo ed effetto used) e dell'Airflex (leggero e traspirante) entra in scena il Miramar, la tecnica di stampa rivoluzionaria del brand, che funge da illusione ottica, già usata per le collezioni donna. In pratica è un tessuto freschissimo dall'aspetto jeans, ora introdotto anche nel menswear. «Ho la sensazione che l'uomo voglia sentirsi più vestito, ma senza rinunciare alla comodità. Questa è anche la direzione di Rag & Bone: look più su misura in generale, mixati a denim e vestibilità rilassata - dice lo stilista - La tecnica Miramar è super cool, molti uomini amano questo tessuto anche per viaggiare; dà l'idea di indossare un paio di jeans ma che non teme l'usura. Stiamo cercando di ampliarlo in più capi della collezione».
Rag & Bone primavera estate 2026 TOMMASO BIONDO
Non manca un tocco grintoso: giacche in pelle e suede, chinos larghi, sartoria moderna e una gamma di maglieria con nuove vestibilità. «Penso a come sono cresciuto, a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90: la musica era per me un’atmosfera, mi abbracciava a 360°. I Radiohead restano la mia band preferita, dall’adolescenza. Se potessi scegliere di vestire qualcuno a vita sarebbe Thom Yorke che, coincidenza curiosa, è da sempre un grande fan di Rag & Bone».