La spettacolare sfilata Louis Vuitton Cruise 2026 è andata in scena al Palazzo dei Papi di Avignone
Per la collezione Cruise 2026, il direttore creativo ha scelto il mitico Cours d'Honneur del Palazzo dei Papi di Avignone, gioiello dell’architettura medievale e Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Ghesquière cita subito Jean Vilar, figura di spicco del teatro francese, radicale nel ripensare la regia teatrale e fondatore, nel 1947, del Festival di Avignone, ospitato ogni luglio nel cortile principale del palazzo scelto per la sfilata.
«Amo la visione rivoluzionaria e la determinazione di Jean Vilar, che arrivò con il suo gruppo di amici, attori come Gérard Philipe e Jeanne Moreau, e disse: è impossibile fare teatro qui, allora facciamolo. Questa era pura espressione artistica, l'esaltazione del palcoscenico. Anche la moda, oggi ancora di più, ha la sua teatralità, il suo elemento di spettacolo e di spettacolarità».
I momenti clou della sfilata Louis Vuitton Croisière 2026
Per lo stilista, il Palazzo dei Papi è legato anche a un ricordo giovanile: quando, a 29 anni (nel 2000), visitò La Beauté in Fabula, una serie di mostre e performance di arte contemporanea allestite nelle sue sale: «scoprii per la prima volta il lavoro di Bill Viola. C'erano anche Boltanski, Pierre et Gilles, Pina Bausch, le performance di Björk... È stato straordinario, mi ha lasciato un segno indelebile. Lo shock di vedere queste installazioni e questi artisti in questa città gotica, questa macchina del tempo».
Louis Vuitton Cruise 2026
Ed è in questo grande mix di ricordi, riferimenti e formidabile intuizione creativa che lo stilista ha svelato 45 look in cui lo sfarzo religioso si sposa con il glam rock, in cui l'allure cavalleresca si confronta con i costumi di Woodstock. Ci sono Giovanna d'Arco e Janis Joplin, eroine shakespeariane e le sorelle Haim, Excalibur e D'Artagnan (soprattutto negli stivali da equitazione con ampi risvolti), l'opulenza dei Borgia e la libertà di Bowie.
Visivamente, non siamo lontani dalla haute couture. Il lavoro sulle silhouette, la maggior parte delle quali molto corte, è impressionante. Damaschi effetto lamé, jacquard e jersey intrecciati con fili metallici per giacche rock e mini abiti che riflettono la luce. Mantelle corte in cashmere e casule sacerdotali scrivono piccole, adorabili, pagine femminili. E ancora cappotti e giacche in pelle goffrata riflettono la luce.
Questo processo si ritrova anche su alcune borse («la chiamiamo pelle romantica», dice lo stilista). I dettagli riecheggiano il savoir-faire degli iconici bauli della maison: i cappucci sulla pelletteria, le chiusure delle tasche come i lucchetti delle borse Side Trunk... si ha la sensazione che, per realizzare un capo, si possa attingere a qualsiasi cosa: un mix and match di cultura e pop, storico e futuristico, l'orto medicinale papale adiacente al palcoscenico, una vetrata, un attore in costume, un film di Tarkovski...
La musica di William Sheller e il suo brano Excalibur è colonna sonora dello show: è un piacere ascoltare questo artista, che meriterebbe più consensi. Una menzione speciale va alle , che sono vere e proprie piccole opere d'arte, incrostate di specchi e cristalli.
Louis Vuitton Cruise 2026
La scenografia è curata dall'artista Es Devlin: «le gradinate sono vuote, gli spettatori sono sul palco. Abbiamo invertito il rapporto e il pubblico vede dalla prospettiva degli artisti», spiega Ghesquière. La precisione si spinge persino alla riproduzione dei sedili del conclave in una delle sale del Palais. Infine, lo stilista ci tiene a richiamare l'attenzione su un giovane artista, Thomas Roger, al quale ha chiesto di creare quattro borse di legno, visibili verso la fine dello show: «penso che il suo lavoro sia brillante. Inoltre, celebra una forma di artigianato e mi piacerebbe molto che sviluppassimo questa attenzione per i giovani artisti».
Uno show affascinante che ha meritato una standing ovation, tributata, tra gli altri prestigiosi ospiti, da Brigitte Macron a Cate Blanchett e Emma Stone.