La multiculturalità è un fatto, il multiculturalismo una scelta. Ed è una questione di umanità. La sfilata uomo Louis Vuitton primavera estate 2025 ci ricorda come si abita una casa: insieme.
Difficile non notare la ritualità di certi gesti. Al termine dello show si è inchinato davanti al suo team in passerella, si è fermato a salutare gli amici, la famiglia, qualche collega, ma anche il suo capo, Monsieur Bernard Arnault, seduto in prima fila. Quella di Pharrell Williams, sul finale di ogni sua sfilata, è un'abitudine che parla di umanità e gentilezza: dedica del tempo alle persone con cui condivide il viaggio, e lo fa in uno dei momenti forse più caotici nella routine di un designer. Questa volta, però, ha raccontato quel viaggio in passerella. Aprendo la Paris Fashion Week dedicata alle linee maschili, il direttore creativo dell'uomo di Louis Vuitton ci ha ricordato come dovremmo abitare il mondo: insieme. Nel giardino della Maison de l'UNESCO, con i cerchi olimpici e la Tour Eiffel sullo sfondo, ha portato in scena l'energia del multiculturalismo, valore fondante della diversità. Le Monde est à Vous (Il Mondo è Vostro). Questo il titolo della collezione primavera estate 2025. Ma non esiste collettività senza un “noi”. E allora, Le Monde est à Nous. Il Mondo è Nostro.
Il prato a scacchi, lo scheletro di un globo, le bandiere del mondo mosse dal vento, la luce del tramonto dopo una giornata piovosa, le voci profonde del coro Voices of Fire, le note armoniose dell'Orchestre du Pont Neuf, le parole di Triumphus Cosmos dello stesso Pharrell Williams, Birds Don't Sing dei Clipse feat. John Legend, Falling Up di Adekunle Gold, Pharrell Williams e Niles Rodgers: durante l'ultima sfilata uomo di Louis Vuitton, nell'atmosfera si respirava la gioia della condivisione. Oltre l'impatto visivo e la potenza di un'immagine suggestiva, però, si legge una riflessione sulla Terra come casa, che passa da un senso di comunità. Se la sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a Parigi è stata inaugurata nel 1958 per dare spazio alla cultura come strumento di pace, mentre il mondo è in guerra la coabitazione passa dalla dimensione dello spazio che ognuno di noi occupa. “LV-lovers, united since 1854” si legge sulle t-shirt o sui ricami di cristalli delle giacche.
La riflessione è iniziata con una lezione sul futuro, preludio cinematografico della sfilata diretto dal collettivo creativo Air Afrique, dove i bambini diventavano diplomatici: “Aimé Césaire definiva l'universalismo come una somma di particolarismi: è importante non dimenticarlo per conservare la diversità, che rappresenta la bellezza del nostro mondo. D'accordo con questo principio di universalismo, diventa un imperativo pensare la collettività unita, perché la sola maniera di preservare il futuro è mantenere la coesione tra tutti gli esseri umani. Voi siete il futuro, il mondo vi appartiene, sta a voi reinventarlo e reimmaginarlo”. Nata come uno scambio artistico con il collettivo fondato a Parigi nel 2020 che tramanda l'eredità dell'omonima compagnia aerea panafricana, la collaborazione non si è fermata a una reinterpretazione dell'iconico motivo Damier o ai loghi sulle t-shirt, ma rappresenta un'espressione del viaggio come strumento di connessione, di scambio, di crescita.
Il blu, il verde, il marrone e il bianco della Terra su una cartina geografica, i bauli e le borse globo, i dettagli da aviatore, la formalità del lusso discreto (ma mai troppo) e l'attitudine ripensata dell'abbigliamento da lavoro, la passione per il calcio, il Damoflage (il Damier in versione camouflage) e il Map-o-flage (ispirato al mondo sulla mappa), gli aeroplani, le perle e le fibbie, i richiami esotici della stampa pitone pixelata e quelli country dei cappelli e delle giacche in pelle, la nuova Never-Erverfull, versione weekend della Neverfull, le pellicce e i gioielli dorati: Pharrell Williams ha portato in passerella i codici archetipici del viaggiatore, con un'eleganza da dandy e un'attitudine fintamente disinvolta. Era un AirTag griffato LV l'invito allo show: perdersi, per poi trovare e trovarsi, è l'unica strada per coesistere e imparare ad abitare una casa.